Camera di Commercio di Ferrara
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Comunicato Stampa n. 44 - 16 dicembre 2022

— archiviato sotto:
ultima modifica 15/12/2022 19:36

Govoni: “Le istituzioni e la politica devono proseguire lungo il sentiero delle riforme strutturali per migliorare il contesto per fare impresa, promuovere la cultura della legalità del merito e della responsabilità, garantendo così condizioni per la competitività". CAMERA DI COMMERCIO, OSSERVATORIO DELL’ECONOMIA: PER FERRARA STIMATA UNA CRESCITA NEL 2022 DEL +2,6%. TUTT’ALTRO CHE INCORAGGIANTI LE PROSPETTIVE PER IL NUOVO ANNO: -0,23%. Bene la produzione (+3,5%), anche se in rallentamento. Nel commercio le vendite al dettaglio aumentano in alcuni comparti e per le costruzioni cresce il volume degli affari. L’export dei primi nove mesi registra un ulteriore balzo in avanti (+17,3%). Ad un mese dalla fine dell’anno, la movimentazione delle imprese registra un saldo positivo

 

Segnali ancora positivi provengono dalla maggior parte dei settori dell’economia provinciale, al cui interno si rilevano comunque intensità differenziate tra i vari comparti. Prosegue la crescita della produzione industriale per il settimo trimestre consecutivo, ad una velocità comunque meno intensa (+3,5%) e simile tra le tipologie dimensionali delle imprese. L’export continua ad aumentare ad un ritmo molto sostenuto (+17,3%). Nel commercio al dettaglio, solo il comparto non alimentare registra un calo delle vendite rispetto al terzo trimestre dello scorso anno, mentre per le costruzioni, con una numerosità di imprese in continua crescita, il volume d’affari accelera la crescita. Tutt’altro che incoraggianti le prospettive per il nuovo anno: -0,23%

Questi i principali dati diffusi nell’ultima edizione dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara, tenutosi, alla presenza dei Sindaci dei Comuni della provincia e dei vertici delle associazioni di categoria, lo scorso 16 dicembre con l’intervento di Guido Caselli, che ha illustrato “Pablo” (popolazione, addetti, bilanci per localizzazione), l’innovativo strumento di analisi socio-economiche e di studi di benckmark disponibili a livello comunale.

Il vertiginoso innalzamento dei prezzi dell'energia - ha sottolineato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio - favorito anche da meccanismi irragionevoli e da squilibri interni tra i Paesi europei, costituisce uno dei nodi più critici del momento attuale. La crisi energetica acuisce problemi e difficoltà provocate da una pandemia ancora non definitivamente debellata e dalle sue conseguenze. Si palesano i rischi di emarginazione sociale, di recessione, di inflazione, con l’impoverimento della base produttiva. Le istituzioni e la politica – ha concluso Govoni - devono proseguire lungo il sentiero delle riforme strutturali per migliorare il contesto per fare impresa, promuovere la cultura della legalità del merito e della responsabilità, garantendo così condizioni per la competitività".

Scenari di previsione

Valore aggiunto

2021: +6,4%

2022: +2,6%

2023: -0,3%

Gli “Scenari per le economie locali” di Prometeia di ottobre, hanno stimato che la crescita del valore aggiunto provinciale nel 2022 sarà del 2,6%, rivedendo al ribasso di quasi un punto percentuale la propria valutazione di luglio scorso quando era stato diffuso un +3,4%, mentre il prossimo anno la ripresa si interromperà e potremmo assistere ad una stagnazione dell’economia se non addirittura alla riduzione del valore aggiunto.

Il 2022 per Ferrara dovrebbe segnare il ritorno ai livelli del 2019, senza però raggiungere i massimi rilevati nel periodo dal 2009 ad oggi (circa 8,3 miliardi), per non parlare degli oltre 9 miliardi del biennio 2007-2008. Così come la ripresa del 2021 è stata leggermente più contenuta, il trend di crescita ferrarese per il 2022 appare più decelerato rispetto a quanto rilevato per l’Emilia-Romagna (+3,6%), ed inferiore anche a quanto registra la media italiana.

Dall’analisi della formazione del valore aggiunto 2022, emerge una contrazione per la manifattura che proseguirà anche l’anno prossimo, mentre dopo ancora una crescita a due cifre per le costruzioni nel 2023 si assisterà ad un forte rallentamento, così come avviene per gli altri ambiti territoriali di riferimento. La crescita del valore aggiunto nei servizi, già contenuta, il prossimo anno si interromperà.

Commercio internazionale

 

Esportazioni primi 9 mesi del 2022:

2.154,3 milioni di €,

pari al +17,3%

 

 

Gli indicatori del commercio estero, elaborati sulla base delle informazioni diffuse da Istat e riferiti al 30 settembre 2022, hanno evidenziato ancora una crescita molto sostenuta e diffusa che ha portato le vendite ferraresi all’estero al valore di 2,1 miliardi di euro, con un aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 17,3%, variazione appena superiore a quella della regione cresciuta in media del 16,9%. Anche le importazioni ferraresi risultano in aumento, ad un ritmo più accelerato rispetto all’export (+28,0%).

L’aumento tendenziale delle esportazioni di Ferrara nei primi nove mesi dell’anno vale circa 317 milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il valore risulta in recupero anche al confronto con il 2019 (+21,8%). La maggior parte dei principali settori sta registrando incrementi, in particolare la voce della metalmeccanica riferita al comparto dei macchinari, ha aumentato le vendite all’estero di 86 milioni rispetto allo stesso periodo del 2021 (quando erano già cresciuti di 165milioni), spiegando da sola un buon 27% della crescita complessiva (+317 milioni) e tornando ad essere il comparto esportatore più rilevante: ogni 10 euro di export 3 provengono dalle vendite all’estero di questi prodotti. Ottimi risultati si registrano anche dal gruppo Sostanze e prodotti chimici che incrementa l’export di 82milioni con una variazione tendenziale del 15,8% e dai Prodotti Alimentari (+40milioni pari a un +35,1%). Solo i prodotti agricoli e della pesca subiscono una piccola contrazione, in particolare cala l’export dei prodotti di colture permanenti rappresentati dalla frutticoltura (il 58% del valore complessivo dei prodotti agricoli), diminuito di oltre 15 milioni di euro, calo non compensato dalla crescita del commercio estero di piante vive. In evidenza anche il recupero del settore articoli in gomma, plastica e ceramica (+27 milioni) e dei prodotti in metallo (+14 milioni).

L’analisi per destinazione delle esportazioni ferraresi evidenzia anche questo trimestre valori in aumento per quasi tutte i mercati osservati.

Le variazioni positive delle vendite verso USA, Francia, Germania e Spagna hanno contribuito maggiormente al risultato finale.

Oltre al forte recupero sui mercati europei (+14,7%) che rappresentano poco più del 67% del totale, da segnalare soprattutto la crescita delle vendite negli Stati Uniti (+37,2%) ed aumentati in termini assoluti 22milioni in più della Germania (+75 milioni di euro contro i +53 tedeschi). Anche Regno Unito, Brasile e Sud Africa registrano buoni risultati, in recupero rispetto al 2021, pur rappresentando ancora quota residuali sull’export provinciale complessivo.

La Cina, che lo scorso anno aveva registrato una crescita sostenuta, subisce ora un contenuto rallentamento, che fa comunque abbassare l’incidenza sul totale al 3,7%.

Per quanto riguarda la Russia, mentre le esportazioni calano del 25% con un decremento di quasi 14 milioni di euro, le importazioni in termini percentuali segnano una variazione relativa rilevante, con valori che corrispondono a poco più della metà dell’export verso la Repubblica cinese.

 

Congiuntura settore manifatturiero

3° trimestre 2022

Produzione: +3,5%

Settimane di produzione assicurata: 11,6

Grado di utilizzo degli impianti: 74,2%

L’indagine congiunturale camerale tra le imprese manifatturiere fino a 500 dipendenti, nel terzo trimestre dell’anno registra una produzione in crescita, ma ridimensionata al +3,5% al confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, sempre al di sotto del risultato della regione Emilia-Romagna (+4,7%). Il grado di utilizzo degli impianti si assesta al 74,2%, raggiungendo una quota superiore alla media del 2019 (72%), dodici mesi fa era ferma al 64%. Gli ordinativi continuano a crescere ad un ritmo meno accelerato rispetto alla produzione. La frenata al confronto con i mesi precedenti è evidente (+3,0%) considerando che lo scorso anno si sono registrate variazioni a due cifre per ben tre trimestri. Il fatturato cresce del +5,5% (quasi un punto e mezzo in meno rispetto alla crescita del secondo trimestre), mentre per quello estero si rileva la variazione più elevata tra gli indicatori presi in considerazione, che si attesta al +9% (superiore anche al dato dell’Emilia-Romagna), ma in lieve rallentamento rispetto ai quattro trimestri precedenti. In questo caso la crescita è trainata dalle aziende di maggior dimensione (+9,1%). Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini risulta in aumento e raggiunge le 11,6 settimane (in regione sono 13,2), quando un anno fa non raggiungeva i due mesi.

A livello settoriale, la produzione risulta ancora in aumento in tutti i settori. Anche il sistema moda e le macchine elettriche, che nel primo trimestre 2022 avevano rilevato piccole contrazioni, confermano la ripresa che per il tessile, abbigliamento e calzature è addirittura a due cifre, segnando la variazione più elevata (+13,2%). Il secondo miglior risultato del trimestre è ottenuto dal comparto legno-mobili, carta, stampa ed editoria (+8,2%), seguito dalle industrie alimentari (+5,6%). Tutti gli altri settori, ad eccezione del gruppo altre industrie che comprende chimica e lavorazione dei minerali non metalliferi) registrano aumenti più contenuti, anche rispetto al trimestre precedente. La crescita complessiva dell’industria (+3,5%), si diffonde praticamente in ugual misura sia tra le imprese con più di 10 dipendenti (+3,6%), che tra quelle di minor dimensione (+3,5%).

Se oltre la metà del campione dichiara indicatori stabili rispetto al trimestre precedente, la quota di imprese che per il terzo trimestre ha stimato una diminuzione di produzione, fatturato ed ordini sta crescendo a poco meno di un terzo del campione, mentre si abbassa l’incidenza degli intervistati che dichiarano un aumento di questi indicatori.

Le previsioni per i prossimi tre mesi sono orientate ancora verso la conferma dei livelli di produzione sino ad oggi raggiunti, pur lasciando intravedere segnali preoccupanti soprattutto in merito agli ordini. La quota di imprese che si aspettano una riduzione della produzione è cresciuta soprattutto per l’alimentare, il gruppo legno-carta e la lavorazione dei metalli, producendo saldi negativi che peraltro si rilevano anche per il gruppo altre imprese (chimica e lavorazione minerali non metalliferi), in lento contenimento

Gli effetti inflattivi fanno registrare una quota di chi per il quarto trimestre 2022 stima un aumento del fatturato superiore a quella di chi la prevede in diminuzione.

Artigianato

3° trimestre 2022

Produzione: +3,4%

Settimane di produzione assicurata: 6,7

Grado di utilizzo degli impianti: 72,4%

 

Così come avvenuto per l’intero settore industriale, anche nel settore manifatturiero artigiano gli indicatori sono stati positivi per tutto l’anno 2021 e per i tre trimestri 2022, ma ora si registra un ridimensionamento. La produzione è aumentata nel 3° trimestre del 3,4% rispetto al corrispondente trimestre del 2021. Il recupero appare più lento rispetto alla regione e all’anno precedente.

Grazie al mercato interno, è cresciuto anche il fatturato, che per il limitato numero di imprese artigiane che esportano, risente molto positivamente delle vendite all’estero, al contrario di quanto accaduto nel secondo trimestre dell’anno.

Il trend dell’artigianato si differenzia da quello dell’intero settore manifatturiero per via degli ordinativi che sono cresciuti più velocemente della produzione. Nel terzo trimestre 2022 le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafoglio ordini sono scese di qualche giorno a 6,7 settimane e le imprese hanno indicato un grado di utilizzo degli impianti al 72,4% (due punti in meno rispetto alla fine di giugno), indicatori che per l’intera industria manifatturiera risultano più elevati.

Anche le prospettive per le imprese dell’artigianato sembrano in peggioramento. I giudizi delle imprese sull’andamento della produzione rispetto al trimestre precedente, permettono di valutare la diffusione della tendenza in corso. La quota delle imprese che hanno rilevato un incremento si ferma al 18%, mentre l’incidenza di chi ha registrato una diminuzione sale di qualche punto percentuale al 25%; ne risulta un saldo negativo. Una nota ancora positiva deriva anche dagli ordini cresciuti del +9,1%.

Così le previsioni per la fine dell’anno sono orientate soprattutto alla stazionarietà, con i due terzi del campione che la stima stabile solo un 10% in aumento e quasi un quarto in diminuzione.

In termini numerosità, la struttura manifatturiera artigiana risulta in contrazione, anche la netto delle cancellazioni d’ufficio, fermandosi a poco meno di 1.500 unità.

Commercio

3° trimestre 2022

Vendite: +1,7%

Prosegue anche nel terzo trimestre 2022 il lento recupero delle vendite, che, per il sesto trimestre consecutivo, registrano una variazione positiva (+1,7%), contenuta e non diffusa tra le tipologie analizzate. L’andamento negativo coinvolge in questo trimestre il solo commercio al dettaglio di prodotti non alimentari. L’indicatore per i prodotti alimentari, dopo sette anni registra una prima variazione positiva, inferiore però a quanto si registra in media in regione Emilia-Romagna, ambito dove non si rilevano riduzioni delle vendite in nessun comparto. Nella grande distribuzione l’aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno risulta consistente, facendo sperare ad un trend migliore al confronto con il 2021, soprattutto nell’ultima parte dell’anno.

Il clima di incertezza emerge ancora dai giudizi delle imprese. La quota delle imprese che rileva un andamento positivo delle vendite rispetto al trimestre precedente si abbassa dal 46% al 26%, mentre cresce la quota delle imprese che le ha stimate in calo, dal 18% cala al 38%. Trend più positivo invece al confronto a 12 mesi, con un saldo di +23 tra i due indicatori. Le attese per lo sviluppo delle vendite nel quarto trimestre dell’anno sono previste comunque stazionarie per poco meno la metà del campione.

Nel terzo trimestre le vendite dello specializzato alimentare hanno registrato un primo importante risultato positivo (+3,6%), con un’impresa su dieci che giudica scarse le giacenze. Allo stesso tempo il dettaglio specializzato non alimentare ha interrotto il recupero delle vendite, registrando una prima diminuzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-1,3%). Iper, super e grandi magazzini hanno beneficiato della situazione, segnando un aumento consistente (+7,3%).

Il cauto orientamento in senso positivo delle attese per le vendite nel quarto trimestre non è generalizzato, né omogeneo. Per il dettaglio specializzato alimentare, sono caute e orientate ad una certa stazionarietà e il saldo dei giudizi, pur se in lieve miglioramento, rimane a vantaggio di chi prevede vendite in diminuzione. In vista delle festività di fine anno, le prospettive degli operatori dello specializzato non alimentare, appaiono più ottimistiche: la quota del campione che stima un aumento è doppia rispetto a quella corrispondente ad una contrazione. Decisamente positive le aspettative della grande distribuzione che si rafforzano.

In termini di consistenza, nonostante si registri una riduzione della numerosità, accentuata dal forte incremento delle cancellazioni d’ufficio, il settore, nel suo complesso, rappresenta il 20% dell’intera struttura imprenditoriale locale.

Costruzioni

3° trimestre 2022

Volume d’affari: +8,3%

Il terzo trimestre del 2022 segna un ulteriore picco dell’incremento dei già buoni livelli del volume d’affari del settore delle costruzioni. Tra luglio e settembre, l’incremento del volume d’affari a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo 2021 ha subito una variazione di rilievo (+8,3%), superiore al dato regionale (+5,5%). Anche l’artigianato ferrarese delle costruzioni continua a registrare variazioni consistenti, in questo caso addirittura superiori all’intero settore (+9,2%). Nel trimestre estivo, il saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento e quelle che viceversa riportano una riduzione del volume d’affari rispetto trimestre precedente, è passato dal +16% al +27%.

In particolare, si è alzata la quota delle imprese che hanno registrato un aumento del volume d’affari al confronto con lo stesso periodo del 2021 al 41%, mentre la quota delle imprese che hanno accusato una riduzione del volume d’affari si riduce ulteriormente all’11%; questi trend sono accompagnati dalla stazionarietà per poco meno della metà del campione. Le previsioni per il prossimo trimestre sono orientate alla stabilità per una quota maggiore, che supera i tre quarti delle imprese intervistate. Più elevata l’incidenza di imprese di più grande dimensione che stimano la propria attività in sviluppo (quasi la metà), mentre risulta molto bassa la quota del campione che ne prevede una diminuzione.

In questo trimestre risulta azzerata l’incidenza di attività che prevedono il ritiro dal mercato, a prescindere dalla dimensione aziendale.

La consistenza delle imprese delle costruzioni risulta in calo, nonostante una nati-mortalità che continua a rilevare iscrizioni in aumento rispetto allo scorso anno e superiori alle chiusure. Il risultato negativo dello stock è dovuto alle procedure di cancellazioni d’ufficio operative dal Registro imprese nel corso degli ultimi due trimestri, al netto delle quali la variazione sarebbe positiva, come succede alle attività immobiliari, anche per le quali si registrano più aperture che chiusure, nonostante la movimentazione risulti in forte rallentamento.

Turismo

Primi 9 mesi del 2022: +29,2% turisti

+18,5% pernottamenti

 

 

I dati di fonte regionale relativi al turismo relativi ai primi nove mesi del 2022, in una situazione caratterizzata da un contenimento della pandemia, rileva forti segnali di ripresa soprattutto per quanto riguarda la componente degli stranieri che era quella che aveva più sofferto lo scorso anno e che riprende a salire. Nel complesso, la provincia segna un 29,2% di turisti in più rispetto al 2021; dato che risente dell’ottima performance sui Lidi e dell’importante recupero della città capoluogo. Nei primi nove mesi i numeri registrano sul litorale oltre 2milioni di pernottamenti e sfiorato i 300mila turisti mentre a Ferrara sono arrivati circa 150mila turisti che si sono trattenuti in media un paio di notti.

La movimentazione negli esercizi alberghieri risulta generalmente in ripresa, con dati confortanti specialmente per la città capoluogo.

Nel complesso, la provincia segna un 29,2% di turisti in più rispetto al 2021; dato che risente dell’ottima performance sui Lidi e dell’importante recupero della città capoluogo.

Nei primi nove mesi i numeri, registrano sul litorale oltre 2milioni di pernottamenti e sfiorato i 300mila turisti mentre a Ferrara sono arrivati circa 150mila turisti che si sono trattenuti in media un paio di notti.

La movimentazione negli esercizi alberghieri risulta generalmente in ripresa, con dati confortanti specialmente per la città capoluogo.

Imprese

(nati-mortalità)

Saldo iscrizioni-cessazioni primi 11 mesi: +115 unità

 

Ad un mese dalla fine del 2022 si segnala una leggera ripresa delle cessazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (1.494 unità, aumentate di 90 unità rispetto allo stesso periodo del 2021), contemporaneamente ad una ripresa delle iscrizioni (1.609) aumentate dell’8,1% e tornate ad un livello superiore a quanto registrato nel 2019. Il saldo della movimentazione risulta ancora positivo e in crescita al confronto con lo stesso periodo dello scorso anno (+115 unità, contro +84 del 2010) e fa rilevare al 30 novembre 32.873 imprese registrate. Il dato di fine periodo tiene conto di quanto accaduto con le chiusure d’ufficio operate dal Registro delle imprese, si tratta di circa 1.700 cessazioni di posizioni non più operative che fanno scendere lo stock delle imprese attive a 29.534 unità (-4,7%, variazione che al netto di questa operazione sarebbe stata del +0,8%)

A un mese dal termine dell’anno, il numero delle nuove aperture è di poche unità inferiore a quello dell’intero anno 2021, mentre le cancellazioni sono attualmente sotto di un centinaio di unità. Le contrazioni relativamente più pesanti rimangono nel commercio e in agricoltura; entrambi i settori hanno registrato valori negativi più contenuti rispetto al 2021. Ad eccezione della manifattura e delle attività di alloggio e ristorazione, crescono tutti gli altri settori ed in particolare aumentano costruzioni (incremento quasi doppio rispetto a quello dello scorso anno) e le attività professionali e tecniche, ad esse collegate.

La procedura di cancellazione d’ufficio svolta nel corso del 2022 ha interrotto il processo di rafforzamento del peso delle società di capitale, nonostante gli aumenti delle nuove forme societarie a responsabilità limitata (semplificata e a capitale ridotto). Solo la forma giuridica delle cooperative non è stata condizionata da queste operazioni, mentre tutte le altre categorie hanno registrato infatti cali che al netto delle chiusure d’ufficio sarebbero stati invece incrementi, fatta eccezione per le imprese individuali, calate comunque rispetto allo scorso anno di qualche unità.

Anche la distribuzione delle unità locali registrate a fine settembre registra ora un calo, meno accentuato rispetto alle sedi e non diffuso a quelle attività che hanno sede fuori provincia, che rispetto a dodici mesi prima risultano invece aumentate di una quarantina di unità.

Le operazioni di chiusura d’ufficio hanno coinvolto anche le imprese femminili che naturalmente registrano un calo della consistenza (-3,1%), ma più contenuto rispetto all’intero sistema imprenditoriale (-4,7%). Il confronto a 12 mesi, al netto delle chiusure operate dal Registro delle imprese, sarebbe positivo (+68 unità), così come il saldo fra iscrizioni e cessazioni nei primi nove mesi del 2022, essendo compensato l’andamento negativo del primo trimestre interamente dai trend dei successivi sei mesi.

Le imprese giovanili registrano un debole incremento (+0,4%) pari a 8 imprese in più rispetto a un anno fa (diventano 31 al netto delle chiusure d’ufficio). Dal lato della movimentazione un incremento delle iscrizioni ed un numero pressoché costante delle cancellazioni determina un saldo positivo (+238), anche se il numero complessivo delle imprese giovanili non registra incrementi così rilevanti, a causa della perdita dei requisiti delle imprese giovanili nate negli anni precedenti.

La movimentazione delle imprese straniere nei primi nove mesi segna un saldo positivo tra aperture e chiusure (+207, nello stesso periodo del 2021 era stato di +134), confermando il trend in crescita in questi ultimi anni del numero delle imprese con titolari stranieri. La pulizia del Registro delle imprese ha però cancellato 338 posizioni, facendo registrare una diminuzione allo stock di fine periodo, che al netto delle chiusure d’ufficio avrebbe invece rilevato un aumento pari al +8,3%. Costruzioni e Trasporti sono i settori dove le imprese straniere crescono di più, anche tenendo presente delle cessazioni operate negli ultimi sei mesi dal Registro imprese.

Credito

A settembre 2022 il valore complessivo dei prestiti concessi al confronto con il dato dello stesso periodo dell’anno precedente registra una crescita costante. Il trend risulta positivo solo grazie al trend del settore privato e in particolare a quello del comparto riferito alle famiglie consumatrici. I prestiti bancari alle imprese, ormai inferiori all’importo relativo alle famiglie, accelerano la contrazione registrata lo scorso trimestre, mentre l’altra componente privata conferma una crescita che si assesta al 4%. La fase di diminuzione dei prestiti interessa con intensità diversa tutte le imprese: le più colpite sono le medio-grandi (più di 20 addetti) e le famiglie produttrici, mentre per le piccole si tratta solo di un lieve calo. Il trend non risulta diffuso a livello regionale, ambito dove si registrano ancora incrementi. Prosegue la contrazione dei prestiti alle Amministrazioni pubbliche e alle società finanziarie e assicurative. Il confronto con l’Emilia-Romagna mostra poi per Ferrara un andamento meno espansivo per le famiglie consumatrici.

Il calo dei prestiti tra le imprese non è generalizzato a tutti i macro settori. Se la crescita risulta in rallentamento per il manifatturiero, (+1,5%, rispetto allo stesso periodo del 2021), nel solo comparto dei servizi (che rappresentano poco meno della metà della totalità dei prestiti all’imprenditoria ferrarese) la diminuzione già rilevata nel trimestre precedente, accelera di intensità (-3,6%). Allo stesso tempo i prestiti alle costruzioni aumentano, registrando la velocità più elevata seppur anch’essa in frenata. L’andamento regionale risulta migliore rispetto a quanto registrato in provincia, fatta eccezione per le costruzioni, settore per il quale in Emilia-Romagna si rileva ancora una diminuzione.

La crescita tendenziale dei depositi rallenta ulteriormente toccando la percentuale più bassa degli ultimi due anni (+1,5% rispetto allo stesso periodo del 2021), inferiore ora al trend medio dell’Emilia-Romagna (+1,8%). La componente prodotta dalle famiglie (la prevalente) aumenta ancora più lentamente, rispetto al risparmio delle imprese, ma ormai si tratta di variazione percentuali molto contenute con le indicazioni addirittura al calo per quanto concerne i depositi delle imprese nel complesso della regione. Nei primi nove mesi del 2022 il calo dei titoli a custodia si fa più intenso, soprattutto per quanto riguarda i fondi comuni d‘investimento mentre rallenta per i titoli di stato, in diminuzione da ormai 15 mesi.

Protesti e fallimenti

Nei primi dieci mesi del 2022, i protesti calano solo per valore mentre aumentano per numero, pur rimanendosi sotto i livelli del 2019 quando l’importo complessivo sfiorava il milione di euro. In dettaglio scompare la voce delle Tratte mentre aumenta il numero delle Cambiali, che rappresentano la quasi totalità del valore complessivo. Gli assegni bancari protestati rappresentano ormai uno strumento poco utilizzato che tende ad esaurirsi. Si dimezzano i fallimenti registrati a Ferrara dall’inizio dell’anno ad ottobre: 23 in meno rispetto al 2021. Calano del 30% anche in Emilia-Romagna e del 23% in tutta Italia. Tra i settori si dividono in modo piuttosto omogeneo, con qualche sofferenza in più nel terziario. Tra gennaio e ottobre 2022 si registrano 924 scioglimenti e liquidazioni volontarie, 711 in più rispetto allo scorso anno (+333,8%) aumento avvenuto nei mesi di marzo e settembre a fronte di un’importante procedura amministrativa di cancellazione d’ufficio dal registro delle imprese. In ambito regionale, si registra un aumento del 14%, mentre a livello nazionale si registra una controtendenza al calo (-23,3%). I settori dove si concentra il maggior numero di scioglimenti rimangono il commercio, le costruzioni, la manifattura, le immobiliari e il turismo. Risultano cali più contenuti nei servizi e in agricoltura.

Mercato del lavoro

Le forze di lavoro, aumentate del +0,5% nel 2021, secondo le previsioni Prometeia, potrebbero recuperare altri 0,6 punti percentuali nel 2022, a causa della crescita della componente relativa alle persone occupate, con un leggero calo del tasso di disoccupazione, probabilmente in risalita nel prossimo anno. Il tasso di attività, calcolato come quota sulla popolazione presente 15-64 anni dovrebbe proseguire la crescita, sfiorando nel 2023 il 71%.

Per Ferrara, se il confronto con i primi dieci mesi dello scorso anno registra indubbiamente una forte riduzione delle ore di cassa integrazione richieste, il dato riferito da giugno ad ottobre 2022, se paragonato a quanto rilevato nello stesso periodo dello scorso anno, registra un forte aumento, concentrato nell’ordinaria. Tendenzialmente per l’intero periodo, le contrazioni relative ad ordinaria e alla deroga vanno nella stessa direzione con quanto registrato in Italia e in Emilia-Romagna. Riduzioni percentuali elevate a due cifre, ma con trend diversificati tra attività economiche: per l’ordinaria che a Ferrara concentra il 91% delle ore complessive, l’aumento registrato da giugno è stato davvero consistente (2 milioni e 160mila ore in cinque mesi) e crescite tendenziali si registrano infatti per i settori del legno, la metallurgia e la chimica. Il ricorso alla deroga, utilizzata in particolare nei servizi e nel commercio, rimane ancora residuale e limitato.

La diminuzione di ore per la straordinaria registrata a Ferrara risulta in controtendenza rispetto a quanto avviene a livello nazionale e in regione, ambiti dove il monte ore ha invece ripreso a crescere. Nei primi dieci mesi del 2022 si registrano richieste per poco meno di 65mila ore dirette alla solidarietà (in imprese della meccanica e nei trasporti); le oltre 201mila ore complessive si concentrano quindi soprattutto nella tipologia per la riorganizzazione (circa 137 mila), che coinvolge imprese industriali (meccanica) per il 58% e attività commerciali per il 42%.

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