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Comunicato Stampa n. 64 - 20 settembre 2013

— archiviato sotto:
ultima modifica 20/09/2013 10:13

Industria e Artigianato: in calo produzione e fatturato - Commercio e servizi: giù le vendite soprattutto tra i ‘piccoli’ - CRISI: SARÀ UN AUTUNNO GRIGIO PER LE IMPRESE FERRARESI MA NEL SECONDO TRIMESTRE DI QUEST'ANNO HANNO APERTO 45 IMPRESE IN PIU’

 

Sarà un autunno grigio per i conti delle imprese ferraresi e le loro aspettative. Dall’industria, al commercio, ai servizi è un coro quasi unanime quello che riflette l’indagine del Centro Studi della Camera di Commercio di Ferrara sulle previsioni delle aziende riguardo all’evoluzione dei principali indicatori per l'ultimo trimestre del 2013. Tra gli imprenditori prevale la sensazione che resti lontano il punto di svolta di questa crisi e il fatto che anche gli ordinativi esteri (-10,1%) siano rallentati, indica che anche la parte più virtuosa del sistema produttivo provinciale, l’export, non riesce a traguardare un credibile obiettivo di crescita nel breve-medio periodo.

 Queste attese si innestano, peraltro, su risultati già particolarmente negativi registrati dalle imprese a consuntivo del trimestre luglio-settembre, durante il quale si sono registrati cali di produzione, fatturato e ordinativi dell’industria in misura di poco inferiore rispetto allo stesso trimestre del 2012, come anche una contrazione significativa delle vendite del commercio e degli altri servizi. Unica nota positiva: a Ferrara, nel secondo semestre di quest'anno, le imprese che hanno aperto sono state di più rispetto a quelle che hanno chiuso i battenti. Secondo l'Osservatorio dell'economia della nostra Camera di Commercio, infatti, il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni di imprese ferraresi si è attestato a +45 nuove unità.

 Le previsioni per la fine dell'anno

Industria manifatturiera. Le attese circa l’andamento di produzione e fatturato per la fine del 2013 restano di segno negativo per la totalità dell’industria manifatturiera (in complesso i pessimisti staccano gli ottimisti di 23 punti); il miglioramento del clima di fiducia nell’industria tocca solo il settore alimentare. Il peggioramento più forte (-65 punti) riguarda invece l’elettronica. Segnale più ottimista, ma si tratta di attese, dalle imprese esportatrici, i cui ordini dall’estero sembrerebbero costanti o addirittura in aumento nella maggioranza dei casi, con la rilevante eccezione per il settore macchine elettriche ed elettroniche, dove la quota di imprese che prevede diminuzioni è di gran lunga superiore a quella corrispondente all’aumento.

Commercio. Le vendite sono diminuite dell’8,2%, quando in Regione si registra una variazione negativa di entità molto inferiore. Maggiori difficoltà per le vendite degli esercizi specializzati non alimentari (-11,9%, quando il dato italiano è pari al -7,6%), mentre gli alimentari (6,5%) risultano in linea con quanto avviene in regione (6,1%). Nel commercio, il segmento che pesa di più sul persistere della sfiducia è ancora quello dei “monoprodotti” specializzati nell’alimentare (-38 punti il saldo tra attese positive e negative circa le vendite nel trimestre estivo, in peggioramento rispetto allo scorso anno); al contrario, nella Gdo prevalgono le attese di aumento, con un saldo positivo di 21 punti rispetto a chi prevede un calo delle vendite. Anche qui, tuttavia, va segnalato un pesante effetto depressivo dell’incertezza sull’andamento del mercato, visto che nel 2012 il saldo positivo arrivava a +69 punti.

Artigianato. Il bilancio è ancora negativo, anche se più contenuto. La produzione scende del 3%, meglio di quanto non abbia fatto l’artigianato regionale (4,6%), ma soprattutto rispetto al trimestre precedente (-7,4%). Il fatturato, valutato a prezzi correnti, è sceso del 2,7% e gli ordini acquisiti si sono ridotti del 3,8%. Questa tendenza, più pesante di quella riferita alla produzione, non depone a favore di un’evoluzione positiva nel breve termine. Deboli però le imprese artigiane sui mercati esteri. Le poche imprese con accesso ai mercati esteri non ne hanno tratto beneficio. Il fatturato estero è diminuito del 2,5% (peggio del dato regionale), quando gli ordini esteri si sono ridotti del 4,3%. Il periodo di produzione assicurato dalla consistenza del portafoglio ordini si è attestato sulle 3,7 settimane, in diminuzione rispetto alle 5 registrate nel trimestre precedente.

Costruzioni. Calo del volume d’affari del 6,6%, meno bene quindi di quanto rilevato in regione (-5,1%). Il 67% delle imprese ha registrato una diminuzione della produzione nel trimestre rispetto allo stesso dell’anno precedente, mentre solo il 2% ha rilevato un incremento. Il saldo negativo (-65 punti percentuali) è in forte peggioramento rispetto allo scorso trimestre (-38), ma anche rispetto ad un anno prima (-35).

 

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