Comunicato Stampa n. 3 - 8 gennaio 2013
Pronto il Piano della Camera di Commercio: in arrivo da fine febbraio contributi a fondo perduto - C’È LA CRISI, ARRIVA IL COWORKING: COSÌ VIENE CONDIVISO L’AMBIENTE DI LAVORO - Le regole: abbassare la suoneria del telefono cellulare, essere flessibili, anche a fare da segretario o da portinaio, impegnarsi nella raccolta differenziata
Dividono i metri di un ufficio con le scrivanie fianco a fianco, spesso si confrontano, qualche volta condividono una o più idee, di certo l'entusiasmo e la voglia di "costruirsi" un lavoro. In Italia sono ormai diverse centinaia i giovani che hanno individuato nel coworking lo strumento per uscire dalla disoccupazione. Non sono dipendenti di un'azienda, la stessa, ma uomini e donne che hanno trovato nella condivisione la strada per ridimensionare i costi di un'attività professionale. E non solo, ognuno cioè insegue un sogno per proprio conto ma nello scambio indotto dalla vicinanza trovano la perseveranza e la forza per andare avanti.
Nato come un fenomeno marginale, oggi il coworking è sempre di più una solida realtà. E lo sa bene la Camera di Commercio di Ferrara, che, nel prossimo bando a sostegno dell'occupazione giovanile, previsto per la fine del prossimo mese di febbraio, destinerà apposite risorse proprio per supportare aspiranti imprenditori ferraresi interessati a sperimentare questa modalità nuova di condivisione di spazi e relazioni di lavoro (sul modello di quanto già avviene con successo in altre città europee) all’interno di spazi fisici comuni. L'ammontare del contributo – fa sapere l'Ente di Largo Castello - sarà non inferiore a 2.000 euro, poco meno dell’affitto annuale di una postazione per ogni attività da almeno dieci “coworker”. Ecco allora che il luogo di lavoro diventa fonte di creatività, e forse anche un modo per qualcuno per cambiare passo, di fronte alle tante difficoltà della crisi.
Al momento, l'unico requisito fissato per chi ne farà richiesta è quello anagrafico. “Vogliamo privilegiare i giovani che decidano di fondare una nuova impresa e non abbiano la possibilità di permettersi un locale tutto loro –– ha spiegato Carlo Alberto Roncarati, presidente della Camera di Commercio di Ferrara – ma non è escluso che in futuro la Giunta camerale possa rivedere questa valutazione”. Da una prima mappatura condotta dall'Ente camerale, inoltre, è emersa la varietà delle esperienze ferraresi finora svolte. “Ognuna – ha proseguito Roncarati – ha una sua filosofia. Ci sono spazi, diciamo così, più light, che sono poco più di luoghi condivisi, altri invece, a metà tra il coworking e l'incubatore, hanno un approccio che prevede una più ampia condivisione, anche del progetto, dalla tecnologia ad esempio alla sostenibilità ambientale”.
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