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Comunicato Stampa n. 5 - 8 febbraio 2021

— archiviato sotto:
ultima modifica 25/02/2021 14:20

Govoni: “Non è possibile che quelle imprese che stanno tirando la volata sui mercati internazionali sopportino un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48%, contro il 26% di quelle tedesche e spagnole” - SONO OLTRE 200 LE IMPRESE CHE HANNO GIA’ ADERITO ALLA SPERIMENTAZIONE DI “STAMPA IN AZIENDA”, IL PROGETTO DELLA CAMERA DI COMMERCIO CHE CONSENTE AGLI IMPRENDITORI DI STAMPARE DIRETTAMENTE PRESSO I PROPRI UFFICI I DOCUMENTI DOGANALI NECESSARI PER IL TRASPORTO INTERNAZIONALE - L’indagine dell’Ente di Largo Castello: il 95% delle imprese ferraresi che si è già aperta ai mercati internazionali lo ritiene fattore indispensabile per assicurare la crescita dell'azienda

Sono oltre 200 le imprese ferraresi che hanno già aderito alla sperimentazione di “stampa in azienda”, il progetto della Camera di commercio che consente agli imprenditori di stampare direttamente presso i propri uffici i documenti necessari per il trasporto internazionale delle merci. Continua, dunque, l’accelerazione dell’Ente di Largo Castello per ridurre, in particolare nella drammatica emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo, costi e tempi a favore del sistema produttivo ferrarese.

Tale procedura telematica consente, dunque, all’impresa di stampare i documenti che le servono direttamente presso i propri uffici evitando di dover provvedere al ritiro in Camera di commercio. Non servono formulari ufficiali, ma solo una semplice richiesta attraverso la piattaforma Cert'O. L’autenticità dei certificati d’origine emessi dalla Camera di commercio potrà essere verificata, dopo sole 48 ore dall'emissione, grazie all'accreditamento dell’Ente di Largo Castello al network internazionale per la certificazione di origine sul sito internazionale https://certificates.iccwbo.org/.

Su 400 nostre imprese che esportanoha evidenziato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commerciopoco più di 80 lo fanno in maniera prevalente e costante. Ferrara ha un ulteriore potenziale costituito da più di 300 imprese che potrebbero già operare oltre confine ma che hanno timore ad affrontare i mercati esteri. Il sistema Italia deve, però, attrezzarsi concretamente per mettere in atto una strategia integrata di tutti i soggetti coinvolti nelle politiche di supporto alle imprese per l’internazionalizzazione. Non è possibile ad esempioha concluso Govoniche quelle imprese che stanno tirando la volata sui mercati internazionali sopportino un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48%, contro il 26% di quelle tedesche e spagnole”.

L’internazionalizzazione delle imprese ferraresi al tempo del Covid. L’indagine della Camera di commercio. Tra le incertezze delle aziende ferraresi nell’affrontare l’internazionalizzazione, al primo posto figura l’individuazione di partner locali adeguati, poi la complessità delle normative e gli ostacoli di natura linguistica e culturale.

Il punto di partenza – sottolinea la Camera di commercio - è rappresentato dal fatto che il 95% delle imprese che si è già aperta ai mercati internazionali lo ritiene fattore indispensabile per assicurare la crescita dell'azienda, e se due terzi di queste è riuscita a compiere il processo in meno di 12 mesi, per chi non lo ha ancora fatto esiste una percezione più dilatata e più della metà ritengono che ci vorrà oltre un anno di tempo. Questo riflette l'ansia di dotarsi, soprattutto per le piccole e medie imprese, del know how interno per affrontare i nuovi mercati. E infatti il 62% pensa che dovranno ricorrere alle competenze specializzate di consulenti esterni, mentre solo il 38% di queste ritiene di avere in casa le conoscenze necessarie. Tra le aziende già internazionalizzate, invece, il 90% ad oggi segue il processo con personale interno e solo il 23% con esterni.

Le imprese ferraresi – conclude la Camera di commercio - in questa fase di emergenza stanno facendo un grande sforzo per garantire il prosieguo della propria attività anche a distanza, dove questo è possibile, attraverso l’uso dello smartworking. Ma non tutte sono attrezzate sotto il profilo tecnologico per assicurare una connessione ai dati aziendali da remoto e un’adeguata protezione dagli attacchi informatici. Quasi 4 aziende su 10 sono dotate di sistemi cloud, una tecnologia fondamentale per garantire una più agile transizione delle attività svolte all’interno degli uffici in modalità “smart”. E 3 imprese su 10 sono equipaggiate per proteggere le connessioni da remoto con strumenti di cybersecurity necessari per garantire sicurezza nella gestione dei dati. Le imprese digitalizzate (54%), infine, reagiscono alla crisi meglio di quelle che non hanno intrapreso alcun percorso verso la transizione digitale (43%).

 

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