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Comunicato Stampa n. 13 - 16 marzo 2020

— archiviato sotto:
ultima modifica 16/03/2020 13:07

Govoni: “Servono misure urgenti per affrontare l'emergenza economica, prima fra tutte un imponente piano di investimenti pubblici per compensare il calo della domanda privata” - EMERGENZA SANITARIA, L’INDAGINE DELLA CAMERA DI COMMERCIO: L’83% (IL 99% NEI SETTORI DELL’ALLOGGIO E RISTORAZIONE) DELLE IMPRESE FERRARESI HA REGISTRATO IMPATTI NEGATIVI SULLA PROPRIA ATTIVITÀ -Nel caso in cui l’emergenza sanitaria dovesse proseguire, nella portata attuale, fino a fine giugno, gli effetti negativi sull’economia ferrarese per il 2020 potrebbero portare ad una riduzione del valore aggiunto del -4,3%

 

L’83% (il 99% nei settori dell’alloggio e della ristorazione) delle imprese ferraresi ha registrato impatti negativi sulla propria attività dalla diffusione del Covid-19. Questi i risultati dell’indagine effettuata dalla Camera di commercio sugli effetti sull’economia dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, in uno scenario nel quale la situazione attuale dovesse protrarsi fino alla fine del mese di aprile. Nel caso in cui l’emergenza sanitaria dovesse proseguire, nella portata attuale, fino a fine giugno – stima l’Osservatorio dell’economia dell’Ente di Largo Castello - gli effetti negativi sull’economia ferrarese per il 2020 potrebbero portare ad una riduzione del valore aggiunto del -4,3%.

Lavorare per la ripartenza. “Condividiamo i provvedimenti assunti dal Governo italiano, le misure previste nell’ultimo decreto sono necessarie per fermare il contagio. Stiamo lavorando insieme a Unioncamere ed alle associazioni di categoria per garantire la continuità delle attività produttive, individuare le misure più idonee e, al più presto, mettere in campo le azioni più urgenti per sostenere le nostre imprese. Così Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio, che ha aggiunto: “Servono misure urgenti per affrontare l'emergenza economica, prima fra tutte un imponente piano di investimenti pubblici per compensare il calo della domanda privata. E poi servono misure straordinarie a sostegno della liquidità delle imprese per evitare il tracollo dell’economia, a partire dal potenziamento delle garanzie pubbliche, dalla sospensione dei pagamenti fiscali e contributivi e prevedere ammortizzatori sociali per sostenere l’occupazione”.

Italia. Una riduzione del valore aggiunto dell’Italia di quasi 19 miliardi di euro su base annua, pari al -1,2% rispetto al 2019.  E’ questa la stima degli effetti sull’economia dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, in uno scenario nel quale la situazione attuale dovesse protrarsi fino alla fine del mese di aprile. L’analisi effettuata da Unioncamere, in collaborazione con il Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, sulla base dei dati al 2 marzo scorso, segnala che, ovviamente, l’impatto sarà più consistente nelle tre regioni maggiormente colpite dall’emergenza (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), nelle quali le possibili riduzioni della ricchezza prodotta sarebbero pari o di poco superiori al 2%. Nei soli undici comuni della zona Rossa, secondo lo studio, il perdurare delle attuali limitazioni fino alla fine del mese di marzo provocherebbe la perdita di 238 milioni di euro di fatturato e quasi 140 milioni di valore aggiunto.

Nel caso in cui, invece, l’emergenza sanitaria dovesse proseguire, nella portata attuale, fino a fine giugno – stima Unioncamere – gli effetti negativi sull’economia italiana per il 2020 potrebbero salire a 37 miliardi di euro, con una riduzione del valore aggiunto del -2,3%. Secondo l’analisi dell’associazione delle Camere di commercio italiane, il forte impatto del diffondersi del virus sul turismo in tutte le regioni del Paese rischia di bruciare quasi 4 miliardi di valore aggiunto (-6,3% su base annua) per il calo delle presenze annunciato fino a fine aprile; la perdita di valore aggiunto potrebbe raggiungere i 7,7 miliardi di euro (-12,2%) nel caso l’emergenza attuale andasse avanti ma solo fino a giugno, salvando così le presenze attese nella stagione estiva. Gli effetti del Covid-19 si potrebbero far sentire anche sulle nostre esportazioni: oltre il 10% delle vendite italiane all’estero, infatti, è diretto proprio verso quei Paesi che, allo stato attuale, hanno imposto maggiori restrizioni alla circolazione delle persone

 

 

 

 

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