Comunicato Stampa n. 22 - 7 maggio 2020

Calano le imprese giovanili in provincia di Ferrara. Alla fine di marzo sono risultate pari a 2.037 (il 6,6% del totale delle aziende ferraresi): 88 in meno rispetto all'anno precedente con una frenata del 4,1%. A livello nazionale, le imprese giovanili, che rappresentano l'8,5% del totale, scendono a 435.144 unità con un arretramento del 3,2% (-2,7% in Emilia-Romagna). E' quanto emerge dai dati del Registro delle imprese elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio. Soffrono, in particolare, Agricoltura (-32 unità, -6,1%), Commercio (340 unità, -5,2%) e Costruzioni (-19 imprese, -7,5%). Le imprese giovanili subiscono una diminuzione anche nell’Industria (-8 unità) e nella Cooperazione (-3 unità), mentre invertono la tendenza negativa del 2019 solo nel comparto delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento. Calano le imprese individuali (-84 unità), mentre crescono le società di capitali (+2% rispetto al +0,4% dell’Emilia-Romagna). Nonostante il calo registrato dal settore agricolo, il maggior numero di imprese giovanili si concentra proprio nel settore primario, che comprende anche la pesca, attività dove la presenza giovanile è molto più elevata: circa il 19% delle imprese del settore possono essere definite giovanili, contro il 6,6% del totale.

Le imprese giovanili (111 quelle finanziate dalla Camera di commercio negli ultimi 3 anni ed ancora sul mercato) sono all’avanguardia nella scelta della forma giuridica da adottare e, guardando le nuove iscrizioni, emerge una mappa dei settori produttivi sui cui i giovani ferraresi stanno ora maggiormente scommettendo. Tra i primi posti ci sono il settore delle telecomunicazioni, le attività nei servizi finanziari e nei servizi alla persona. A fortissima vocazione giovanile anche le attività legate alla pubblicità ed alle ricerche di mercato. Ma è nell’approccio al web che dimostrano un orientamento innovativo più spiccato: sono presenti in misura maggiore su tutti i social network e, rispetto ai colleghi imprenditori più anziani, hanno una maggiore inclinazione a fornire servizi on line, in particolar modo preventivi.

Meno tasse e meno burocrazia: questa, infine, la ricetta per convincere i giovani intervistati dalla Camera di commercio ad avviare una loro attività di impresa. Del resto - fa sapere la Camera di commercio - in Italia il peso della burocrazia sul fatturato tocca il 4% per le piccole imprese e il 2,1% per le medie, mentre in termini di tempo, gli adempimenti burocratici “costano” alle piccole  emedie imprese, rispettivamente, tra i 45 e i 190 giorni.

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