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Comunicato Stampa n. 17 - 20 marzo 2018

— archiviato sotto:
ultima modifica 22/03/2018 11:38

Govoni: “Numeri che raccontano di un settore che si è fortemente trasformato e irrobustito negli ultimi anni, passando da tendenza rivolta a mercati di nicchia a vero e proprio stile di vita per milioni di consumatori” - CAMERA DI COMMERCIO: SEMPRE PIU’ “BIO” SULLA TAVOLA DEI FERRARESI. 363, NEL 2016, LE AZIENDE CERTIFICATE E QUASI 18MILA ETTARI LA SUPERFICIE AGRICOLA BIOLOGICA - La certificazione approda nel Registro delle imprese: più trasparenza per mercato e consumatori

Più consumatori attenti a salute e ambiente, più richiesta di prodotti biologici, più aziende che scelgono di produrre in modo più naturale e, da poche settimane, più trasparenza per conoscere meglio un universo in forte espansione. Grazie, infatti, all’intesa tra ACCREDIA, Unioncamere e InfoCamere la ‘mappa’ aggiornata degli operatori con certificazione Bio è ancora più accessibile grazie all’inserimento delle informazioni nelle visure rilasciate dalle Camere di commercio italiane.

Al 31 dicembre 2016, nella nostra provincia, secondo i dati elaborati dalla Regione Emilia-Romagna, erano 363 le aziende tra produttori e trasformatori (+37,5 % rispetto al 2015), per una superficie complessiva a coltivazione biologica di quasi 18mila ettari. “Numeri che raccontanosottolinea il presidente della Camera di commercio di Ferrara, Paolo Govoni - di un settore che si è fortemente trasformato e irrobustito negli ultimi anni, passando da tendenza rivolta a mercati di nicchia a vero e proprio stile di vita per milioni di consumatori. Al tempo stesso – ha proseguito il numero uno dell’Ente di Largo Castello - il biologico sta rivestendo un ruolo sempre più importante come opportunità di rilancio per molte aziende del nostro agro-alimentare. Mentre nell’agricoltura tradizionale ogni anno diverse imprese chiudono, cedendo il passo a realtà più grandi e strutturate, il settore del biologico sta andando in controtendenza, a dimostrazione che anche aziende di dimensioni più piccole, grazie all’applicazione dei principi dell’agricoltura biodinamica, possono stare con successo sul mercato”.

Tornando ai dati, con riferimento all’attività svolta più dell’80% opera direttamente nel settore agricolo e circa il 7% nel commercio. In particolare, le aziende che svolgono esclusivamente produzione Bio sono circa il 75% dell’universo delle certificate. Approfondendo, poi, l’analisi delle imprese Bio per forma giuridica, circa il 10% è costituito da società di capitale mentre più della metà rientra nella definizione di micro impresa (con un fatturato non superiore ai 2 milioni di euro), e la metà ha un capitale sociale inferiore ai 50mila euro.

Cos’è la certificazione biologica

In una parola (per giunta ormai abbreviata) si celano significati complessi, qualcosa di più di un nome su un’etichetta e più vicina a una filosofia che ha l’ambizioso obiettivo di tutelare la salute salvaguardando l’ambiente. L’agricoltura biologica sfrutta, infatti, la naturale fertilità del suolo con lo scopo di rispettarla e favorirla ricorrendo a interventi limitati. Questa particolare tipologia di agricoltura, inoltre, ha lo scopo di promuovere la biodiversità ed escludere l’utilizzo di prodotti di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere) e di organismi geneticamente modificati (OGM).

L’agricoltura biologica è disciplinata a livello comunitario dal Regolamento CE 834/2007 e dai successivi regolamenti di applicazione relativi alla produzione biologica e all’etichettatura per le seguenti categorie di prodotti:

  • Prodotti agricoli vivi o non trasformati;

  • Prodotti agricoli trasformati destinati a essere usati come alimenti;

  • Mangimi;

  • Materiale da propagazione vegetativa e sementi per la coltivazione.

La certificazione “Bio” è un attestato che garantisce il rispetto di rigidi requisiti atti a evitare o ridurre la “contaminazione” da parte dell’uomo. L’organismo di certificazione di prodotto è responsabile per la verifica della conformità del prodotto ai requisiti fissati per la certificazione, alle norme tecniche volontarie o ad altri riferimenti normativi. La certificazione di prodotto è basata sulla fiducia sullo specifico processo di fabbricazione. Questo assunto implica l’estensione di tale situazione di conformità nel tempo.

 

 

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