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Comunicato Stampa n. 15 - 9 marzo 2017

— archiviato sotto:
ultima modifica 09/03/2017 10:15

Primo si della Camera dei Deputati per la delega sulla riforma della crisi d’impresa. - Il provvedimento ora passa all’esame del Senato - ARRIVA L’”ALLERTA” PREVENTIVA PER EVITARE IL FALLIMENTO: LA PAROLA AGLI ESPERTI NOMINATI DALLA CAMERA DI COMMERCIO

Numerose le novità apportate alle procedure di allerta, uno dei cardini del disegno di legge delega per la riforma della crisi di impresa e dell’insolvenza nel testo approvato alla Camera dei Deputati lo scorso 1° febbraio. L’articolo 4, dopo aver precisato che i meccanismi di allerta non riguardano le società quotate e le grandi imprese con più di 250 dipendenti e, alternativamente, fatturato ed attivo superiori a 50 e 43 milioni, affida alle Camere di commercio il compito di incaricare un collegio di esperti per evitare il fallimento e tenere in vita l’impresa.

Il Parlamento, dunque, introduce una fase preventiva di allerta per far emergere fin quando si è in tempo un’eventuale crisi d’impresa e una sua risoluzione assistita, cancellando la segnalazione diretta dei creditori qualificati all’autorità giudiziaria. Segnalazione che invece andrà effettuata all’organismo di composizione della crisi costituito proprio presso la Camera di commercio. Introdotti, inoltre, premi per quegli imprenditori che si rivolgano tempestivamente alla procedura di allerta o che facciano ricorso ad altri istituti per la soluzione concordata della crisi. In particolare, oltre ad essere state escluse sanzioni per coloro che non tengono tali condotte, il disegno di legge prevede che le misure premiali possano avere carattere patrimoniale o coinvolgere la responsabilità personale.

Procede, intanto, a pieno ritmo il supporto della Camera di commercio a consumatori e piccoli imprenditori alle prese con la rinegoziazione dei propri debiti: presentato agli organi di informazione il 15 settembre scorso, sono già 9 le procedure in corso gestite dall’Organismo di composizione delle crisi da sovradimensionamento dell’Ente di Largo Castello. Chi, dunque, non può accedere alle procedure previste dalla legge fallimentare (artigiani, commercianti, start up innovative, consumatori e tutti coloro che fino a ieri erano “troppo piccoli” per fallire) possono infatti rivolgersi, nel caso si trovino ad avere un eccesso di debiti per esempio con le banche o con il fisco, alla Camera di commercio di Ferrara (Organismo accreditato dal Ministero della Giustizia) e proporre ai creditori un accordo di ristrutturazione dei debiti con un piano di rientro che cadenzi secondo le reali possibilità del soggetti, la restituzione almeno di una parte del dovuto. Il debitore, sotto il controllo del Tribunale, potrà, alternativamente, formulare una proposta di accordo con i creditori; chiedere la liquidazione del patrimonio o proporre - solo se riveste la qualifica di consumatore - un piano di ristrutturazione dei debiti. E mettendo a disposizione anche solo un piccolo patrimonio, potrà ottenere la liberazione da tutti i debiti pregressi, il c.d. "fresh start" ("ripartenza", seconda "chance").

Con questo provvedimento - ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara mi sembra si anticipino le procedure di allerta, prevenendo il rischio default quando sia ancora possibile. Anche per questo, proseguiremo sulla strada della collaborazione con le associazioni di categoria al fine di diffondere il più possibile tra le imprese, una volta approvata in via definitiva, la conoscenza di tale importante opportunità".

Per ulteriori informazioni: Servizio Regolazione del mercato, Arbitrato e mediazione (conciliazione@fe.camcom.it, 0532/783.923).

 

Riferimento per i Media:
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Ufficio Stampa E-mail: stampa@fe.camcom.it Tel: 0532 783802 - 903

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