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Comunicato Stampa n. 43 - 2 maggio 2011

ultima modifica 07/06/2011 12:12

FERRARA: NEL I TRIMESTRE 334 IMPRESE IN MENO (-0,88%) 19 società in più, 316 imprese individuali in meno. Crescono turismo e servizi, in rosso gli altri settori. Roncarati: “Il cammino per ritornare a crescere passa per le imprese”

Rallenta, nel primo trimestre dell’anno, il recupero del tessuto imprenditoriale ferrarese che, tra gennaio e marzo, registra un bilancio anagrafico inferiore al pareggio (-0,88%, a fronte del -0,76% del 2010). Complessivamente il totale delle imprese presenti nel Registro delle imprese della Camera di Commercio di Ferrara, alla fine di marzo, risulta pari a 37.371 unità, di cui 9.867 artigiane. Queste alcune delle principali evidenze che emergono dal Rapporto Ferrara 2011, il dettagliato dossier sullo stato di salute dell’economia provinciale, che sarà diffuso il 6 maggio prossimo in Camera di Commercio in occasione della 9^ Giornata dell’Economia.

E proprio per le imprese artigiane appare più difficoltoso il percorso di rientro. La sensibile riduzione delle imprese individuali, la forma giuridica in cui si concentrano la maggior parte delle aziende artigiane, spiega gran parte del loro saldo del trimestre, negativo per 135 unità e solo leggermente migliore di quello fatto registrare nel primo trimestre del 2010 (quando le imprese artigiane in meno furono 181). Il segmento più dinamico del nostro tessuto imprenditoriale continua ad essere quello delle società di capitali, aumentate di 19 unità (pari ad un tasso di crescita dello 0,35%), la cui vitalità riesce solo in parte a controbilanciare il saldo negativo delle imprese individuali, diminuite nel perido di 316 unità (pari al -1,36% in meno), risultato peggiore di quello del 2010 quando il saldo si attestò a -269 unità.

“Il cammino per ritornare a crescere passa per le imprese, ha detto il Presidente della Camera di Commercio di Ferrara, Carlo Alberto Roncarati. C’è una forte e diffusa domanda di politiche di sviluppo che cogliamo in queste dinamiche. Una domanda che non va delusa se non vogliamo restare nel guado tra la sponda della crisi stagnante e la sponda delle economie che, invece, sono già nel futuro. I rischi sono grandissimi e tangibili e li evidenziano i dati delle piccole imprese artigiane che continuano a pagare un dazio pesante a questa crisi. Il rilancio dello sviluppo – ha concluso Roncarati - passa tra due paletti: la semplificazione della macchina pubblica, che deve procedere a grandi passi per ridurre il peso della burocrazia sull’impresa, e la promozione delle reti d’impresa, il modello oggi vincente per competere con i nostri competitor”.

LE FORME GIURIDICHE

Le società di capitali continuano “da lunga data” ormai a fornire saldi positivi, ma mentre a livello complessivo il loro tasso di crescita si attenua, sia pure di poco, passando dallo 0,43% del I° trimestre del 2010 allo 0,35% del trimestre da poco concluso, a livello delle imprese artigiane le società di capitali si muovono in (relativamente forte) controtendenza, salendo dall’1,23% del I° trimestre 2010 all’2,1% del primo trimestre 2011. “Relativamente forte” – fanno sapere gli analisti dell’Ente di Largo castello - perché la crescita delle società di capitali all’interno delle imprese artigiane (caratterizzato dalla preponderanza delle imprese individuali, che attualmente determinano il 77,9% dell’universo artigiano ), è un fatto recente.

Con riferimento alle imprese individuali, il saldo negativo si è ridotto solo per le imprese artigiane (che passano da -162 a -122 unità), mentre per le imprese iscritte in totale è cresciuto (da -269 a -316). Le categorie delle società di persone e quella delle “Altre forme” societarie (cooperative, consorzi, raggruppamenti temporanei di impresa), infine, fanno registrare saldi pressochè costanti rispetto allo stesso periodo 2010.

LE DINAMICHE TERRITORIALI

La lenta uscita dalla grave crisi economica di questi anni sta procedendo, nella nostra provincia, a macchia di leopardo. In termini relativi, mettendo a confronto il periodo gennaio-marzo 2011 con quello corrispondente dell’anno precedente, si può notare come più della metà dei comuni della provincia abbia registrato tassi di crescita inferiori al dato medio provinciale, mentre per tre dei restanti dodici, Massafiscaglia, Sant’Agostino e Lagosanto, le iscrizioni abbiano superato le cessazioni.

LE DINAMICHE SETTORIALI

In termini relativi, il saldo negativo del trimestre è spiegato per oltre il 100% dalla sola Agricoltura, settore stroricamente in contrazione che, tra gennaio e marzo di quest’anno, ha visto ridursi il proprio tessuto di imprese di 203 unità. Di segno negativo, ma per entità molto più ridotte, anche i saldi degli altri tre grandi comparti delle Costruzioni, Attività manifatturiere e Commercio (che chiudono il periodo, rispettivamente, con 54, 50 e 38 unità in meno).

Le sezioni che fanno invece registrare una certa stabilità o addirittura piccole variazioni positive dello stock, oltre al comparto della Sanità, sono quelle che in qualche modo potrebbero essere definite dei “servizi alle attività economiche”. Tra queste, spiccano il Noleggio, Agenzie di viaggio, Ricerca e selezione del personale e supporto per le funzioni di ufficio, le Attività professionali, scientifiche e tecniche. Per finire, il rapporto della Camera di Commercio segnala la tenuta dei servizi di alloggi e di ristorazione, che ha contribuito al saldo con un apporto di 4 unità, corrispondente ad una variazione dello stock dello 0,2%.

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