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Comunicato Stampa n. 23 - 10 marzo 2011

ultima modifica 07/06/2011 12:34

Giannattasio: “Una giustizia lenta non è una giustizia giusta” - MEDIAZIONE OBBLIGATORIA: DAL 20 MARZO LA CAMERA DI COMMERCIO - TRA I POCHI CENTRI IN ITALIA ACCREDITATI DAL MINISTRO ALFANO - GIÀ PRONTA A GESTIRLA - Le controversie si traducono in costi che incidono, in media, sul fatturato annuo delle imprese ferraresi per lo 0,8%, con un valore medio per azienda di 3.832 euro all’anno

Ha lavorato senza sosta - da quel 22 dicembre 2010, giorno in cui il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, accogliendo l’indicazione espressa dalla Direzione Generale della Giustizia Civile di Palazzo Piacentini, ufficializzò l’iscrizione della Camera di Commercio di Ferrara nel Registro degli organismi deputati a gestire in Italia e all’estero tentativi di mediazione - l’Ente di Largo Castello per esser pronto a gestire, a partire dal 20 marzo prossimo, le migliaia di contenziosi tra imprese e consumatori soggetti alla cosiddetta “condizione di procedibilità”, introdotta con la riforma della mediazione, che impone alle parti almeno un tentativo di risoluzione extragiudiziale delle controversie prima di ricorrere al Tribunale ordinario.

“La riforma della mediazione civile e commerciale rappresenta un’occasione importante per restituire efficienza e risorse alla giustizia civile e tutelare gli interessi del mercato, ha sottolineato il Segretario generale della Camera di Commercio di Ferrara, Mauro Giannattasio. “L’eccessiva durata dei processi nel nostro Paese, infatti, compromette, giorno dopo giorno, la capacità competitiva delle nostre imprese, perché una giustizia lenta non è una giustizia giusta. Le controversie si traducono in costi che incidono, in media, sul fatturato annuo delle imprese ferraresi per lo 0,8%, con un valore medio per azienda di 3.832 euro all’anno. La Camera di Commercio – ha aggiunto Giannattasio - ha da tempo creduto nei benefici che cittadini e imprese avrebbero ottenuto potendo ricorrere alle forme di giustizia alternativa, tutte incomparabilmente più brevi e meno onerose. Per questo, e ringrazio la Giunta camerale, ha investito sulle regole, sulla formazione e sulla promozione della cultura della conciliazione. L’avvio della condizione di procedibilità – ha concluso il direttore dell’Ente camerale - impone ora ancora un maggior impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti. Proprio per questo, la Camera di Commercio ritiene che in questa fase sia indispensabile rilanciare una nuova stagione di intese con i professionisti, ma anche con le associazioni delle imprese e dei consumatori”.

A Ferrara, nei primi due mesi del 2011, è triplicato, rispetto allo stesso periodo del 2009, il numero di liti ricomposte alla Camera di Commercio. Tra le materie oggetto delle procedure di mediazione amministrata dall’Ente di Largo Castello, il primato spetta alle telecomunicazioni, che riguardano 3 mediazioni su 4 (75%), seguite da commercio, turismo, artigianato, appalti, servizi, edilizia e diritto societario. E come constatato già da tempo, quanto le due parti acconsentono a sedersi intorno al tavolo per tentare una mediazione, la probabilità di raggiungere l’accordo è molto elevata, con un range che varia dal 70% al 90%. Percentuale di successo che, tuttavia, aumenta ulteriormente se si considerano anche gli accordi di conciliazione avvenuti “fuori udienza”: ovvero tutti i casi, assai rilevanti in termini numerici (spesso rappresentano quasi il 50% di tutti gli accordi raggiunti in udienza), in cui, a seguito della presentazione della domanda di mediazione e dell’intervento della Camera di Commercio volto a convocare la controparte, le parti negoziano direttamente tra loro l’accordo.

Per conciliare, tante le soluzioni fantasiose. Luna di miele andata male? Tour operator poco affidabili? Il prezioso golf rovinato dalla lavanderia? Una ristrutturazione mal eseguita? Il fornitore di sempre questa volta non ha rispettato le vostre richieste? Costi aggiuntivi sulle bollette telefoniche? O nei conti correnti? Incomprensioni tra soci? Per questi ed altri problemi si concilia con un accordo oppure si arriva a stipulare un nuovo contratto tra le parti che permette il proseguimento del rapporto commerciale. L’accordo può essere monetario o, come succede in taluni casi, più “fantasioso’’, ad esempio offrendo dei servizi invece del denaro. Oppure un buono per avvalersi di futuri lavaggi, nel caso di un capo rovinato in lavanderia. A Ferrara, fanno sapere dalla Camera di Commercio, un’impresa e un consulente, in lite per richiesta di pagamento “troppo esosa”, si sono accordati versando la somma dovuta a favore di un’associazione non profit. E alcuni operatori telefonici, anziché restituire denaro, hanno offerto telefoni cellulari o carte sim con un certo importo di ricarica. O ancora lo sconto per i futuri lavori di un fotografo, dopo un lavoro non soddisfacente.

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