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Comunicato Stampa n. 17 - 25 febbraio 2011

ultima modifica 07/06/2011 12:41

Roncarati: “Ciò che è impossibile per la singola impresa può essere realizzabile se affrontato in gruppo” - A FERRARA 332 GRUPPI DI IMPRESA: DANNO LAVORO AL 16% DEL TOTALE DEGLI OCCUPATI, PER UN VALORE AGGIUNTO CHE RAGGIUNGE IL 13,2% - A breve, dalla Camera di Commercio, contributi a fondo perduto per la creazione di reti

Fanno rete le imprese ferraresi, che scelgono di crescere sviluppando non solo la dimensione aziendale, ma sempre più i legami con altre imprese. Un modo per essere più competitive ma anche più solide, in risposta alla globalizzazione dei mercati ma anche alla crisi in atto. 332, fa sapere la Camera di Commercio, i gruppi di impresa nella nostra provincia, includendovi società di capitale, società di persone e imprese individuali. Più precisamente, a fronte di 108 imprese capogruppo, operano, in qualità di controllate, 802 aziende (erano meno di 700 nel 2001), per un totale di oltre 900 aziende aggregate. Sebbene, in termini relativi, si tratti ancora di una quota limitata rispetto all’intero tessuto produttivo provinciale, il fenomeno dei gruppi assume dimensioni di rilievo se invece se ne considera l’incidenza in termini di occupazione e di valore aggiunto: ad essi, infatti, fa riferimento non meno del 16% del totale degli occupati in provincia, per un valore aggiunto che raggiunge il 13,2% di quello complessivamente generato a Ferrara.

 

Di questi:

-          il 29,3% sono “monosettoriali’, nei quali cioè tutte le imprese operano all’interno dello stesso settore di attività economica;

-          Il 45,9% è rappresentato da “gruppi di prevalenza”, nei quali due terzi degli addetti e del valore aggiunto del gruppo afferiscono ad imprese dello stesso settore;

-          il 5,8% sono “gruppi di filiera verticale”, nei quali i due terzi dell’occupazione e del valore aggiunto del gruppo appartengono ad imprese riconducibili ad una filiera che si sviluppa da monte a valle (per esempio, un’impresa alimentare che controlla una impresa agricola e/o una del commercio);

-          il 10,1% è costituito da gruppi di filiera orizzontale”, individuati con lo stesso criterio dei gruppi di “filiera verticale”, ma con la differenza che lo sviluppo della filiera è longitudinale (per esempio, una impresa alimentare che controlla una impresa meccanica che produce macchinari per l’industria alimentare);

-          infine, l’8,9% sono “gruppi di diversificazione”, nei quali sono incluse le società che hanno seguito strategie di aggregazione non riconducibili alle altre tipologie (per esempio, una impresa alimentare che controlla una impresa di costruzioni e in cui nessuna delle due società raggiunge i due terzi del valore aggiunto e degli addetti).

 

Prevalgono, in particolare, le reti finalizzate come evoluzione dei territori e dei vecchi distretti, le reti di innovazione basate sullo sviluppo di nuove tecnologie di processo e/o di prodotto, quelle impegnate in progetti culturali di vasta portata e quelle orizzontali di condivisione, cioè quelle in cui collaborano operatori impegnati direttamente sui mercati delle stesse merceologie ed emerge l’importante aggregato di reti professionali di cui sono attori gli operatori delle professioni e le reti attivate da associazioni territoriali.

“E’ indubbioha dichiarato Carlo Alberto Roncarati, Presidente della Camera di Commercio di Ferrarache l’aggregazione tra imprese rappresenta uno dei processi di innovazione più impegnativi che un’azienda può affrontare, presentando peraltro rischi di insuccesso elevati. D’altra parte, l'integrazione di due o più imprese comporta la possibilità di condividere vantaggi competitivi e di conseguire significativi benefici che possono variare in funzione della modalità di cooperazione che vengono a concretizzarsi. La condivisione può interessare non solo prodotti, processi e strutture, ma anche, in senso lato, capacità relazionali, know how, risorse umane, potenzialità inespresse e complementari. Ciò, nella quasi totalità dei casi, si traduce nell’aumento del numero di dipendenti, del fatturato, della gamma di prodotti e dei servizi offerti, nonché nell’ampliamento dei mercati di riferimento”.

Un percorso, quello dell’aggregazione aziendale, certamente complesso ma reso più agevole dalla Camera di Commercio, che metterà presto a disposizione delle imprese ferraresi contributi a fondo perduto per promuovere processi di crescita dimensionale e lo sviluppo di filiere produttive.

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